Bergamo, 5 Dicembre 2004
In occasione dell'Interclub Regionale, Gianni ha dedicato un bellissimo pensiero al padre Mario, premiato per 10 anni di sobrietà; con il suo consenso, ve lo regaliamo, esattamente con le sue parole, senza alcuna aggiunta o modifica.
La storia di Gianni è anche un po' la storia di tutti noi.
Se chiudo gli occhi e penso a certi momenti della mia infanzia, della mia adolescenza,
mi rivedo in un angolo a piangere dopo aver difeso mia madre, vedo i piatti rotti per terra,
sento sofferenza e vedo disperazione di fronte a una situazione che non cambia e non
cambierà mai, e forzare mia madre a lasciare, a mollare, e lei invece che quasi
fino all'autolesionismo continua a difendere una famiglia che sembrava non esserci più.
Vedete, un padre io l'ho sempre avuto, era lui a non saperlo, perché, schiavo del vino,
non c'era, si assentava fino a farsi odiare.
E adesso sono qui, in questo contesto di feste, di gioia, a festeggiare i suoi primi 10 anni.
Una giusta gioia di fronte a chi ha guardato in faccia prima di tutto se stesso, si è
guardato dentro e ha deciso che bisognava cambiare.
E allora prima di tutto voglio ringraziare il buon Dio che ha ascoltato le preghiere,
soprattutto di mia madre.
Dopo di lui, e non me ne voglia la mia amata mamma, devo ringraziare mio padre, che
all'alba di 55 anni, dopo un'infanzia difficile (siamo nel corso della guerra e della fase
post-bellica), una gioventù trascorsa in cantiere, forse una insoddisfazione nella
vita per non essere riuscito a fare quello che veramente voleva (una famiglia
però l'hai costruita, dei figli li hai cresciuti), l'alcol; ha dimostrato una forza
di volontà nel voler cambiare che molte volte manca ai giovani di oggi. Rimane comunque
un burbero, un orso "grey" come diciamo tra noi.
Ma io dico sempre che ogni millimetro calpestato da mia madre deve baciarlo papà,
perché senza di lei tutto questo non sarebbe stato possibile; senza di lei non avresti
mai visto crescere i tuoi cari nipoti. Senza di lei a fianco saresti sparito in un vuoto
abissale che ti avrebbe portato via.
Grazie, mamma, per avermi insegnato ad amare gli altri anche più di se stessi,
ad essere semplice, umile e sincero.
Ringrazio poi mio fratello, che sicuramente più di me ha sofferto ed è stato
il primo ad accompagnare mio padre in questo percorso positivo.
Grazie poi ai Centri di Ascolto, ai CAT, alla D.ssa C., alla D.ssa R., alla signora P. e
alla cara M. Grazie agli amici che i miei genitori hanno incontrato in questa esperienza,
in particolare A. e T.
Papà, sono orgoglioso di te, ma questi 10 anni sono una tappa, non un punto di arrivo.
Devi proseguire a godere la vera essenza della vita, che non è certo dietro qualsiasi
tentazione di schiavitù.
Grazie a tutti.
Gianni